lunedì 27 agosto 2012

Filastrocca di mio fratello

Signora Devo fare la pipì
non dirmi che sei già stata qui
non ti ho sentito arrivare da me
e la pipì nel letto ho fatto aimè.

Signora Devo fare la pipì
vorrei tanto sapere come mai
arrivi mentre dormo e non mi svegli
e la mattina poi sono nei guai.

Signora Devo fare la pipì
scommetto che crescendo ancora un po'
anche di notte, io ti sentirò arrivare
e la mattina potrò festeggiare!
La principessa topolina

C'era una volta una strega che aveva una sorella sempre triste.
La strega amava molto sua sorella ma qualunque cosa facesse per lei non riusciva mai a farla divertire. Aveva tentato di tutto: cattiverie, malefici, dispetti... cose da strega insomma, ma nessuna risata malefica era mai uscita dalla bocca della sorella.
Un giorno a un re nacque una bellissima bambina. Per il suo battesimo fu data una grande festa al castello. La strega, che per sfortuna il re aveva dimenticato di invitare, per vendicarsi lanciò un maleficio sulla bimba: "sarai trasformata in topo fin quando mia sorella non riderà".

 
E così fu. Furono chiamati i pagliacci più famosi, ma non riuscirono a strappare alla sorella della strega neppure un sorrisino.
Un giorno venne dato un ballo al castello di un principe vicino. La principessa topolina come sempre venne lasciata a casa, ma stanca di starsene sempre rinchiusa decise di andare alla festa pure lei.


Armata di coraggio, la topolina uscì di nascosto a cavallo di una lepre.

 
Appena arrivata alla festa, la lepre e la topina fecero spaventare il principe passandogli in mezzo alle gambe a tutta velocità. Il principe si mise a gridare come un pazzo, facendo, a sua volta, spaventare tutte le dame lì presenti, che caddero per terra a gambe all'aria.
La sorella della strega divertita si mise a ridere a crepapelle. La topolina tornò normale e il principe, affascinato dalla sua bellezza, la volle sposare il giorno stesso. 
Da quel giorno vissero tutti felici e contenti, tutti ma proprio tutti, anche la strega, la cui sorellina aveva finalmente imparato a ridere.

martedì 19 giugno 2012

Piccolo Lupo

C'era una volta un piccolo lupo, 
con le orecchie da lupo, 
il muso da lupo, 
gli occhi da lupo, 
le zampe da lupo 
e ...
i denti da lupo.
Piccolo Lupo ululava proprio come un lupo.
Alla sera Piccolo Lupo amava ululare alla luna ed era felice, 
ma di giorno, quando spuntava il sole, 
Piccolo Lupo era triste:
si sentiva solo.


Gli altri cuccioli del bosco, infatti, avevano paura di lui e lo evitavano.
Piccolo Lupo si nascondeva, qualche volta, dietro un cespuglio per spiare Piccolo Cerbiatto e Piccolo Coniglio giocare insieme, ma non osava farsi vedere per non farli fuggire via da lui.
Altre volte, si accucciava sotto un albero per osservare gli Uccellini Canterini rincorrersi fra i rami, ma quando questi si accorgevano di lui volavano lontano con un forte batter d'ali.
Un giorno Mamma Lupa, preoccupata nel vedere il suo piccolo triste e solo, si sfogò con Papà Lupo, che decise di riunire tutti gli animali del bosco, per parlare con loro una volta per tutte.
Ma prima bisognava parlare con Saggio Gufo. 
Sull'albero più grande del bosco viveva Saggio Gufo, 
con le orecchie da gufo, 
il becco da gufo, 
gli occhi da gufo,
gli artigli da gufo
e...
la saggezza di un vecchio gufo.
Saggio Gufo convinse tutte le famiglie del bosco ad incontrarsi, ma la riunione del bosco fu una vera sorpresa.
Tutti i cuccioli si riconobbero diversi tra di loro, ma anche un po' uguali.
Per esempio, Piccolo Lupo scoprì che gli altri cuccioli avevano sì paura di lui, ma non più di quanta lui ne avesse di loro.
Ben presto, la riunione si trasformò in una festa e tutti, grandi e piccoli, dimenticando di aver paura, si ritrovarono a giocare insieme in allegria.  
Piccolo Lupo aveva finalmente trovato degli amici e, insieme a loro, il coraggio di essere felice.
 


lunedì 18 giugno 2012

La storia di Scolorina Colorella
 
C’era una volta una bambina di nome Scolorina che viveva in un paese dove tutto era in bianco e nero, un triste mondo senza colori. Scolorina notava che l’umore di tutti i suoi vicini era triste e grigio. Non avevano interesse per nulla e niente li incuriosiva, né li divertiva. La noia dominava le giornate di tutti in quel paese. I bambini erano tristi e i grandi sempre arrabbiati e litigiosi. Anche la mamma e il papà di Scolorina erano tristi e di questo lei soffriva molto.
Così, un giorno, la bambina decise di partire in cerca di una soluzione.


Dopo un giorno di cammino, Scolorita sfinita si addormentò, senza accorgersi di essere arrivata al limitare del mondo a colori, ma al suo risvegliò si accorse subito di essere circondata da mille colori.
Rosso, giallo, verde e blu erano dappertutto e nelle tonalità più varie. Scolorina non riusciva a credere ai propri occhi, ma il suo cuore capì che cosa rendeva triste il suo mondo: era l’assenza dei colori. Ecco che la soluzione alle afflizioni della sua famiglia si trovava lì davanti ai suoi occhi. “Scommetto che se la mamma e il papà potessero vivere in un mondo pieno di colori, sarebbero felici” pensò Scolorina.
Ma come fare a trasformare il triste mondo grigio di Scolorina in quella meravigliosa esplosione di colori?
Una formichina, avendo ascoltato i pensieri di Scolorina, le indicò la strada che conduce alla sorgente dell’arcobaleno. Lì la bambina avrebbe potuto raccogliere i colori e portarli nel suo mondo.
La formichina chiamò la sua amica colomba e le chiese gentilmente di accompagnare la sua nuova amica. Così Scolorina salì sul dorso della colomba e volò fino alla sorgente dell’arcobaleno.
Il volo fu emozionantissimo. Gli occhi di Scolorina si riempirono di lacrime per la gioia incontenibile.
Avvicinandosi all’arcobaleno la bambina sentì un calore mai provato prima e non appena toccò quell’arco luminoso si colorò tutta.


Salutate le sue amiche, Scolorina si rimise in cammino verso casa. Il viaggio di ritorno fu molto meno faticoso del precedente. Ad ogni passo il mondo si colorava. Il prato, i fiori, gli alberi, il cielo, e i ruscelli: tutto acquistava nuova luce.
Una volta a casa, Scolorina si accorse che tutti gli abitanti del suo mondo sorridevano felici. La sua mamma e il suo papà la accolsero con un abbraccio e tutto il paese organizzò una festa in onore della bambina che aveva portato i colori e la gioia nel mondo.
Da quel giorno Scolorina fu ribattezzata Scolorina Colorella e da tutti ricordata per la sua avventurosa missione di pace.